Suscita emozione il “Romanzo dei Martiri” di Olga Visentini, pubblicato nel 1952 nel centenario delle forche austriache di Mantova, nella valletta di Belfiore. Qui il 7 dicembre 1852 Enrico Tazzoli, Angelo Scarsellini, Carlo Poma, Bernardo Canal, e Giovanni Zambelli salirono sul patibolo. Giovanni Grioli era stato fucilato nel 1851, e nel 1853 vennero mandati al capestro Tito Speri, Carlo Montanari e Bartolomeo Grazioli, poi Pietro Frattini. Pier Fortunato Calvi morì invece a Lunetta il 4 luglio 1855. La Visentini, mantovana di adozione (Nogara, 25 aprile 1893) è stata autrice di oltre duecento volumi ai quali si accompagna un numero considerevole di articoli, recensioni, interventi come critica di pubblicazioni per l’infanzia e per la giovinezza, su quotidiani, settimanali e riviste. Dal 1914 alla sua scomparsa, il 29 maggio 1961 è riuscita a mandare alle stampe sino a otto libri all’anno. I volumi, tradotti in francese e in polacco, radiotrasmessi in Svizzera e dalla televisione italiana, sono stati richiesti dall’Archivo Histórico Nacional di Madrid. Nei suoi scritti vive il riflesso del movimento letterario di Edmondo De Amicis, Alfredo Panzini, Ada Negri, Carlo Collodi e Grazia Deledda: le loro opere hanno esercitato un’influenza educativa di vasto raggio ma sono ancora piacevoli e attuali.